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FIRE: Rapporto sugli energy manager in Italia. In aumento le nomine 2019
L’energy manager è una figura con un profilo di alto livello, con competenze manageriali, tecniche, economico-finanziarie, legislative e di comunicazione che supporta gli amministratori aziendali nelle politiche e nelle azioni legate all’energia. Ultimamente tale figura ha guadagnato un ruolo centrale nelle misure e iniziative d’impresa tese al raggiungimento di sempre maggiori livelli di risparmio e, soprattutto, di efficienza energetica. Si prevede che una tale competenza sarà sempre più richiesta, soprattutto per giungere a un uso sempre più razionale ed efficiente dell’energia, nonché per quel che riguarda l’approvvigionamento energetico, in particolare in termini di energie rinnovabili.
La Federazione Italiana per l’Uso Razionale dell’Energia (FIRE) si occupa di raccogliere dati in materia, anche per quel che riguarda il numero di energy manager attualmente nominati sia da soggetti obbligati che non obbligati. Da tale registro si ricava come sia in crescita il numero degli esperti incaricati. Nel 2019, infatti, le nomine sono state complessivamente 2391, di cui 1633 per i soggetti obbligati e 758 per quelli non obbligati. Con un più 11% in sei anni continua dunque il trend di crescita degli energy manager nominati dai soggetti obbligati. Aumentano anche le nomine volontarie, dove a primeggiare è il settore industriale. La Pubblica Amministrazione permane inadempiente all’obbligo perdendo così l’occasione di partecipare più attivamente ed efficacemente alla decarbonizzazione dell’economia.
Quest’anno la FIRE ha anche sviluppato uno studio sull’evoluzione del ruolo degli energy manager. Dal report emerge l’utilità di adottare un sistema di gestione dell’energia, la formazione e l’aggiornamento, oltre all’aumento degli energy manager certificati EGE, e il maggiore numero di soggetti che monitorano gli indicatori di prestazione energetica. Non sempre l’alta direzione richiede che siano raggiunti degli obiettivi energetici specifici, come indicato dal 33% degli energy manager intervistati. Tuttavia, tra coloro i quali al contrario propongono target ben definiti, un aspetto da notare rispetto al 2015 è l’aumento della presenza di obiettivi energetici rispetto a quelli economici, con variazioni nell’ordine di 6-7 punti percentuali; ciò testimonia una promettente inversione di tendenza nell’ottica di una maggiore attenzione agli aspetti energetici anche svincolati da meri ritorni economici.
Nel complesso l’indagine svolta evidenzia come il settore industriale mostri una maggiore attenzione al tema della sostenibilità e dell’uso razionale dell’energia. Ciò è testimoniato, tra l’altro, dalla crescita del coinvolgimento dell’energy manager nelle attività primarie delle imprese energetiche e manifatturiere.