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Fit for 55: via libera del Consiglio UE a norme più rigorose in materia di prestazione energetica degli edifici
Edifici di nuova costruzione a emissioni zero entro il 2030, mentre per gli immobili esistenti il traguardo delle zero emissioni dovrebbe essere raggiunto nel 2050. E’ quanto prevede il via libera alla proposta di revisione della direttiva sulla prestazione energetica nell'edilizia (Energy Performance of Building Directive – Epbd) concesso ieri dal Consiglio Europeo con l'obiettivo di spingere sulla riqualificazione dell’intero parco immobiliare europeo ed eliminare gradualmente gli edifici con le prestazioni energetiche peggiori. La proposta, che è parte integrante del pacchetto UE sul clima Fit for 55, sarà presto al centro dei negoziati tra Consiglio UE, Europarlamento e Commissione, per pervenire all’adozione di un testo comune.
Per quanto riguarda i nuovi edifici, la proposta prevede che quelli di proprietà pubblica dovranno essere a emissioni zero dal 2028, con l’obbligo che, a partire dal 2030, si amplierà a tutti gli immobili di nuova costruzione.
In merito agli edifici esistenti, gli Stati membri hanno optato per l’introduzione di standard minimi di prestazione energetica corrispondenti alla quantità massima di energia primaria che gli edifici possono utilizzare per m² all'anno.
Per gli edifici non residenziali esistenti, gli Stati hanno previsto soglie massime di prestazione energetica, basate sul consumo di energia primaria e pari al 15% entro il 2030 e al 25% entro il 2034. Le soglie dovranno essere stabilite sulla base del consumo energetico del parco immobiliare nazionale al 1 gennaio 2020 e potranno essere differenziate a seconda delle diverse categorie di edifici.
Relativamente agli edifici residenziali esistenti, gli Stati membri hanno convenuto di fissare standard minimi di prestazione energetica sulla base di una traiettoria nazionale in linea con la progressiva ristrutturazione del loro parco immobiliare per renderlo a emissioni zero entro il 2050. L’orientamento prevede due punti di controllo per verificare i risultati raggiunti: entro il 2033 il consumo medio di energia primaria dell'intero parco immobiliare residenziale dovrà essere pari almeno alla classe di prestazione energetica D; entro il 2040 a un valore, fissato a livello nazionale, in linea con il percorso verso la trasformazione a emissioni zero del parco immobiliare residenziale.
Novità in vista anche per gli attestati di prestazione energetica, dove la nuova categoria "A0", corrispondente agli edifici a emissioni zero, si aggiungerà a quelle esistenti. Gli Stati membri avranno inoltre la possibilità di aggiungere una nuova categoria "A+" corrispondente agli edifici che, oltre ad essere a emissioni zero, offrono un contributo alla rete energetica da rinnovabili in loco.
“La proposta è particolarmente importante dato che al livello dell'Unione gli edifici sono responsabili del 40% del consumo energetico e del 36% delle emissioni dirette e indirette di gas a effetto serra legate all'energia” - spiega la Commissione in una nota - Si tratta anche di una delle leve necessarie per attuare la strategia "ondata di ristrutturazioni", pubblicata nell'ottobre 2020, mediante misure concrete di regolamentazione, finanziamento e sostegno volte a raddoppiare, come minimo, il tasso annuo di ristrutturazione energetica degli edifici entro il 2030 e a incoraggiare ristrutturazioni profonde”.
Proprio su questo tema, giovedì 3 Novembre ENEA e Comitato Termotecnico Italiano (CTI) presenteranno la terza edizione del Rapporto annuale sulla Certificazione Energetica degli Edifici, che farà il punto, tra l’altro, sulle prestazioni energetiche del parco immobiliare in Italia.
L’Orientamento generale per quanto riguarda la direttiva sulla prestazione energetica nell’edilizia